La distorsione delle buone idee

da | 22 Gennaio 2024 | 0 commenti

AUTORE
Ing.
Daniele Longo,  RSPP esterno, Coordinatore per la Sicurezza nei cantieri temporanei e mobili, Formatore e CTP. Socio fondatore dell’Azienda SicurOtto S.r.l.

INCIPIT

il Modello INAIL OT23 è uno strumento di miglioramento reale oppure l’ennesima opportunità sprecata?

In maniera ciclica con una precisione temporale teutonica, ad ogni inizio anno ci ritroviamo ad assistere ad una moltitudine di messaggi da parte di società di consulenza, le quali invitano le aziende a contattarle per la compilazione del modulo INAIL OT23 al fine di avere accesso ad una serie di sgravi sul premio assicurativo INAIL che le aziende versano per  propri dipendenti. Tale strumento, che a parere dello scrivente non solo ha una enorme utilità, ma andrebbe ulteriormente rafforzato, diventa molto spesso un esercizio finalizzato alla raccolta ed elaborazione più o meno creativa di evidenze atte a dimostrare attività svolte durante l’anno precedente che permetta quindi l’accesso allo sgravio.

Appare utile innanzitutto ricordare che ai fini dell’ottenimento dello sgravio, sono premiate attività in aggiunta a quelle previste dalla normativa in vigore in materia di sicurezza e igiene nei luoghi di lavoro, considerando che il soddisfacimento di detta normativa è un obbligo di legge anche penalmente perseguibile. In estrema sintesi alle aziende virtuose in campo di salute e sicurezza viene riconosciuto un benefit proporzionalmente inverso al numero dei dipendenti. Questa logica raccoglie due caratterizzazioni significative del concetto di riconoscimento del requisito. Il primo, si basa sull’ “andare oltre il D.lgs 81/08” (considerandolo Testo “quasi” Unico) il cui soddisfacimento dei veri precetti rappresenta un obbligo giuridico. Il secondo aspetto è quello della maggiore premialità per quanto riguarda le piccolissime aziende, le quali sono sicuramente in numero maggiore (oltre il 90% del totale) e sono altresì quelle realtà che disponendo di budget maggiormente limitati potrebbero reinvestire gli sgravi migliorando ulteriormente il proprio staus di azienda sicura.

Utilizzando, pertanto, una citazione di un noto presentatore televisivo di qualche anno fa e cioè che “la domanda nasce spontanea” ci si chiede effettivamente come possa fare una azienda che nel corso dell’anno precedente a malapena rasentava anche quanto previsto dal solo D.lgs. 81/81 e s.m.i. ad aver messo in campo quelle attività premianti che diano accesso allo sgravio. E ancora, non sarebbe meglio partire da gennaio dell’anno in corso per pianificare le attività che migliorino la Salute e Sicurezza e che “anche” permettano l’anno successivo di accedere agli sgravi, piuttosto che affannarsi nella Manzoniana pratica dell’Azzeccagarbugli?

L’invito dello scrivente, sperando di fare cosa utile e gradita, è quello di sensibilizzare i datori di lavoro, manager e responsabili di imprese nel mettere in campo una serie di azioni programmandole innanzitutto al fine di migliorare le condizioni reali di Salute e Sicurezza, con la garanzia che il riconoscimento di detto sgravio possa essere un processo naturale, veloce e a tutti gli effetti un “atto formale”.

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